Letture Madrepace
Carta della vita e carta dell’anno
Ideati da Vicky Noble e Karen Vogel alla fine degli anni settanta, un momento fertile di creatività femminista e sciamanica, i tarocchi Madrepace rappresentano la storia di guarigione delle donne e del pianeta.
Madrepace o Madri di Pace è un nome evocativo che indica il percorso di cura e di risveglio del femminile attraverso le epoche storiche e verso l'Era Biofila, l'era dell'amore per la vita.
Il nostro percorso di guarigione come civiltà è un viaggio di ritorno alla Madre.
Nati come gioco di società verso la metà del XIV secolo, i tarocchi continuano ancora oggi a rappresentare una chiave di lettura profonda e stimolante del nostro presente.
I tarocchi Madrepace hanno la particolarità di parlare il linguaggio simbolico del ‘futuro arcaico’ attraverso i simboli e le immagini della saggezza sacra femminile che dalle lontani radici matristiche del paleolitico sta riemergendo per traghettarci nella nuova era della coscienza planetaria, l’era biofila, ovvero l’era dell’amore per la vita.
Ascoltare e vivere i messaggi dei tarocchi Madrepace vuol dire oggi accettare di accogliere il gioco sacro e misterioso della vita con il suo linguaggio poetico per aprirci alla bellezza dell’essere.
La lettura delle carte della vita con i tarocchi Madrepace è una esperienza introspettiva che sprigiona il potenziale immaginativo presente in ciascuna di noi. Lo scopo di una lettura dei tarocchi non è infatti quello di leggere il futuro, ma quello di fornire spunti simbolici sulle molte facce della realtà che compongono il nostro cammino di vita.
In maniera simbolica e creativa infatti le carte ci ricordano cosa è importante imparare in questa vita, quale è lo scopo dell’anima e quale sia il proposito profondo di questo anno solare.
La mia proposta di lettura e viaggio con i Tarocchi Madrepace si basa sul metodo ideato dall’antropologa e insegnante di tarocchi Angeles Arrien, volto all’individuazione della ‘carta della vita’ e della ‘carta dell’anno’.
Queste due carte ci forniscono indicazioni preziose per ricordare intuitivamente quale sia l’insegnamento che siamo portati a comprendere in questa vita e quale sia il proposito dell’anno solare che stiamo vivendo.
Utilizzo le carte come messaggere dell’anima, come strumenti introspettivi che ci aiutano a cogliere le emozioni e le energie di cui abbiamo bisogno per guarire e realizzare i nostri desideri. Attraverso le carte possiamo infatti riconoscere impedimenti, blocchi, censure e sensi di colpa, ma anche doni e poteri.
Poichè considero l’esperienza corporea un ingrediente fondamentale per ‘l’impoteramento’ (termine coniato da Luciana Percovich ) personale accompagno la lettura delle carte con un viaggio dell’anima affinchè i messaggi possano raggiungere le nostre profondità e detonare nuovi ed inediti scenari di consapevolezza.
L’esperienza ha la durata di circa due ore, ed integra la lettura dei tarocchi con il mio trattamento Restorative Yogirito , che svolge la funzione di ‘incubazione’ delle carte.
Le vostre testimonianze
Vale davvero la pena fare l'esperienza delle carte Madrepace e poi con Ilaria, una guida che ti accompagna e ti sostiene. Direi che è un modo per rivedere tratti di noi latenti, di accettarli e dargli un ordine. Consentono inoltre di fare il punto su dove ci troviamo, dove siamo. Fanno luce e chiarezza e consentono di ascoltarsi in maniera profonda.
Nunzia
Come di fronte ad un’epifania. Di fronte all’immagine della sacerdotessa all’improvviso mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi. Perché era come trovarsi di fronte a un me stesso profondo e autentico che avevo lasciato da parte. All’inizio mi è sembrata lontanissima da me: una sacerdotessa nera per un uomo bianco e ateo? Poi, invece, ho pensato che ero io, ero esattamente io: con la mia forte propensione spirituale, la mia dimensione “verticale”; ma anche con quella parte femminile che in me è molto forte (solo coperta da una patina) e il mio sentirmi sempre un outsider, uno che si sente dalla parte della minoranza. Quella immagine mi ha riconnesso con quella parte profondissima e radicalissima della mia personalità che nel corso del tempo ho dovuto provare a mettere un po’ da parte.